Il menù di Natale (25 dicembre) |
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Sul Natale ci sarebbe molto da dire, ma lascio ad ognuno di voi i ricordi gastronomici. Dico solo che, lo spaghettino sminuzzato, secondo me, non ha nulla da invidiare ai classici tortellini e lo stesso dicasi per la gallina al cappone. Un saluto da Enzo Raneri Quest’anno a casa mia si è mangiato: Salumi dei Nebrodi
Io preferisco tagliare i salumi all’ultimo momento prima di consumarli, con un coltello affilatissimo a lama di larghezza media e di spessore sottile. I salumi sono buoni da soli oppure con del buon pane croccante ed un bicchiere di vino. Pasta in brodo con le polpettine
Mettete l'acqua fredda e fate cuocere a fuoco bassissimo, ritardando la bollitura anche per ore (con aggiunta di acqua fredda). Verso la fine, tirate fuori le ossa e la carne e buttatevi dentro degli spaghetti sminuzzati, aggiungendo anche delle polpettine di carne di maiale. Nel piatto potete aggiungere pecorino pepato grattugiato e pepe nero a volontà. Gallina ripiena
Lavate e tritate tutte insieme le frattaglie tolte da una gallina pulita. Mescolate con cura. Se l'impasto è troppo sodo diluitelo con del latte. Scolate la gallina, eliminate lo spago, estraete il ripieno tutto intero e servitelo affettato insieme alla gallina tagliata a pezzi. Cuddureddi chiniTostate ma non troppo a 150 °C nel forno delle nocciole sgusciate, in modo che poi possa essere tolta la pellicina e successivamente essere tritate grossolanamente. Dopo circa 5 minuti,spegnete ed aggiungete la buccia grattugiata di arance (circa 6 per ogni kg di miele) e lasciate raffreddare, badando bene a non grattugiare la parte bianca ed a non fare cuocere la buccia, altrimenti diventa amara. Si passa quindi a fare la pasta esterna: Prendete una quantità di farina pari alla quantità totale del miele e delle nocciole utilizzata e, per ogni kg di farina, impastate 200 grammi di zucchero, 200 grammi di sugna, 10 grammi di ammoniaca, 200 gr di succo d'arancia e 200 di succo d’arancia vaniglia (quelle zuccherine). Disponete i pezzi in una teglia spolverizzata con della farina ed infornate in forno già caldo a 180 gradi centigradi per un numero di minuti sufficiente a farli appena colorire. Mia nonna ne faceva grosse quantità che poi conservava per tutto il periodo festivo in un canestro con una grossa tovaglia di cotone mantenuto in un luogo fresco ed asciutto (fate attenzione all’umidità).
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